Nel cuore di novembre, il mese di Sant’Andria (in sardo, cosi chiamato), si risvegliano antiche tradizioni. La sera del 30 ottobre, il paese si animava con uomini mascherati, armati di oggetti vari con i quali creano un frastuono assordante per spaventare i più piccoli. Oggi, però, sono i bambini a prendere il centro della scena, portando gioia e vivacità tra le strade del piccolo centro.
Con zucche intagliate che mostrano facce spaventose e una candela accesa all’interno, i giovani bussano a ogni porta del paese, recitando una filastrocca che risuona nell’aria: “Sant’Andria mutza li mani, canta azolas as filadu?”Ogni risposta che ricevono è un gioco di rime, come: “Bator e tre! Bator e chimbe! Bator e oto!” A queste risposte, la strada risponde con versi giocosi: *“Mutzaredinde manos e pees; sas manos tuas non ti las toco.” Quando finalmente si apre l’uscio, i bambini vengono accolti con dolci, mandarini, fichi secchi, bibite e qualche spicciolo. Negli ultimi anni, l’interesse per questa tradizione è cresciuto, attirando l’attenzione di curiosi, storici e media, rendendo Sant’Andria un evento da non perdere.