Érula è un comune di 691 abitanti situato nell’Anglona sud-orientale a confine con Gallura e il Logudoro. È posizionato sulle cime più elevate dell’altipiano del Monte Sassu, con un’altezza massima di 701 m.s.l.m (lu Casteddùcciu).
Il territorio, di natura geologica granitica e trachitica, è ricoperto in parte dalla macchia mediterranea. Suggestivo è il panorama che si affaccia sulle montagne del Limbara, la roccia vulcanica di Monti Ruiu, il lago Coghìnas e tutta la fertile valle dell’Anglona.
Sull’origine del toponimo Erula, attualmente esistono diverse ipotesi, tra cui l’assonanza derivata dal nome della pianta di Ferula (Ferula communis) o dal demone fluviale Herulus figlio di Feronia. Alcuni studiosi ritengono che derivi dal cognome latino Gurulus.
Le testimonianze dell’attuale insediamento urbano risalgono all’epoca contemporanea, per la precisione alla prima metà del 1700, quando alcune famiglie provenienti sia dalla Corsica che da paesi appartenenti alla Gallura si stabilirono nel territorio, prima in maniera nomade e stagionale e poi definitivamente, urbanizzandolo con la creazione di piccoli agglomerati detti cussògghj composti da singole unità abitative dette stazzi (lu stazzu singolare). L’appartenenza geografica delle prime famiglie ad aver popolato la regione ha fatto sì che oggi, nonostante il territorio comunale sia circondato da paesi in cui si parla il sardo, ad erula si parli il gallurese, lingua di origine corsa che nel corso degli anni ha comunque subito influssi dal sardo.
Gli abitanti risiedono principalmente nel centro urbano e in parte nelle frazioni di Sa Mèla, Carra Caxu, la Scala, la Inìstra, lu Frassu, Basìle, Pubàttu, Téttile, Cabràna, San Giuseppe, Oloìtti, Spièna, Fustilàlza, lu Muntìggiu di l’omu, lu Monti di mezu.
Il comune di Erula è uno dei comuni più giovani della Sardegna poiché ha raggiunto l’autonomia amministrativa l’8 agosto 1988, inglobando territori che prima appartenevano ai comuni di Perfugas, Chiaramonti, Ozieri e Tula.
Nel territorio di Erula sono presenti numerose testimonianze archeologiche che attestano le frequentazioni dell’uomo sin già dal neolitico recente (IV-III millennio a.C.).
Si trovano, sparsi nel territorio, diversi ipogei funerari e sepolture collettive come la Domus de Janas di Fustilàlza e la Tomba dei giganti di Giagòne.
L’agro di Erula e il centro urbano sono caratterizzati dalla presenza di diversi nuraghi; uno dei più conosciuti è sicuramente il nuraghe Spièna, noto per il ritrovamento al suo interno di una navicella votiva bronzea con protome cervina. Tra i nuraghi facilmente accessibili di notevole bellezza è anche il nuraghe Pubàttu.
Numerosi sentieri naturalistici, molto apprezzati dagli amanti del trekking, permettono di immergersi nella natura incontaminata e di scorgere splendidi panorami su tutta l’Anglona. Nelle giornate più limpide è addirittura possibile intravedere le montagne della Corsica. Sono presenti aree pic-nic immerse nel verde, tra cui quella più recente, realizzata nell’area che ospita la fonte di Cannàlza.
Nel territorio sono presenti numerose fontane, alcune sono state trasformate in vere opere di edilizia idraulica nel primo trentennio del Novecento come la Funtana Manna, la fontana di Erula, la fontana di Téttile, la fontana di Cannàlza, la fontana di lu Capriòni e la fontana di l’Ea Cana.
Il villaggio abbandonato “Su Bullòne” rappresenta un sito di grande interesse e fascino per i visitatori. Immerso nel verde della vegetazione è composto da antichi edifici abbandonati in parte visitabili.
In passato le fonti di Erula furono oggetto di curiosità e di vanto da parte dei viaggiatori del Settecento, Ottocento e del Novecento che nei loro resoconti di viaggio vantavano le proprietà organolettiche delle acque del Monte Sassu, di Sa Mela e delle zone limitrofe.
Le fontane, durante i primi del Novecento, furono in parte potenziate e in parte create ex-novo con risolutive opere di piccola ingegneria idrica-edile.