Uno dei nuraghi più importanti del territorio è sicuramente il nuraghe Spiena, detto anche Ispiene in sardo. Ispiene, in lingua sarda significa milza, rimanda ad un utilizzo culturale-religioso dell’edificio da parte degli Antichi Sardi.
Il nuraghe, datato tra il 1600-1000 a.C., è situato nella parte superiore di un costone, presenta una struttura monotorre, parzialmente crollata e ricoperta di vegetazione. L’ingresso è caratterizzato da un importante architrave monolitico, al suo interno si accede attraverso un corridoio dove è presente, sulla destra, una nicchia. Nella parte sinistra è collocata una scala a chiocciola per l’accesso al piano superiore. Di fronte all’ingresso, percorrendo un corridoio, si accede alla camera ogivale dove si può ammirare la bellissima struttura muraria a tholos, caratterizzata da filari ordinati di enormi massi che dalla base si restringono gradualmente verso la parte alta.
Il sito è noto nelle cronache archeologiche di Antonio Taramelli già dal 1925 per il ritrovamento fortuito da parte di alcuni agricoltori del luogo di alcuni reperti bronzei tra i quali spicca una navicella votiva bronzea con protome cervina dell’epoca nuragica o degli Antichi Sardi. Il reperto è uno dei più grandi nel suo genere ed è anche tra i più raffinati ritrovati nel Mediterraneo. Attualmente è esposto al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.