Stile Gotico borgognone
Il Monastero di San Pancrazio è costruito su una collina dominante la valle del Rio Silanis, il territorio apparteneva un tempo al villaggio di Speluncas.
Dell’antico edificio rimane in opera solo il lato occidentale, emergono appena dal piano di calpestio le fondamenta dell’ imponente monastero.
Dai dati strutturali emerge chiaro l’intento costruttivo, realizzare una sorta di cuboide con cortile interno. Le misure perimetrali del complesso monastico sono circa m. 18,80 x 18,95, con una probabile elevazione superiore a m. 8, il Cubo cosi realizzato era cinto presumibilmente da una cortina muraria che correva intorno all’edificio a una distanza di circa m. 5, sono presenti in opera ancora grossi blocchi a testimonianza di ciò.
Al suo interno il monastero presentava almeno due piani abitativi, come d’altronde si riesce a leggere nelle ammorsature presenti nell’aula superstite, una delle scale d’accesso ai piani superiori è stata scoperta durante recenti lavori di restauro, ubicata sul lato est dell’attuale edificio.
L’ambiente superstite, trasformato nell’attuale chiesa di San Pancrazio, non era altro che un locale di uso comune dei monaci, a testimonianza di ciò era la presenza di un focolare per cucinare e riscaldare gli ambienti, inoltre l’aula monastica era dotata di un soppalco ligneo.
Le caratteristiche architettoniche sembrano richiamare a formule costruttive francesi in modo particolare alla regione della Borgogna, il possibile tramite dell’arrivo di tali maestranze transalpine furono i monaci Cistercensi, oppure monaci di un altro ordine che dai cistercensi furono in parte influenzati. Diversi indizi di carattere architettonico, incisioni riportate lungo il paramento murario (quadrato magico) e lacerti lapidei (triplice cinta), inducono ad ipotizzare la presenza non insolita per la Sardegna medievale di un ordine monastico con caratteristiche militari, quali i Cavalieri del Tempio di Salomone, conosciuti come Templari.
La chiesa è citata in fonti scritte solo a partire dal 1502, la dove il Vescovo della Diocesi d’Ampurias (Castelsardo) tra i diversi titoli possiede anche quello di priore di San Pancrazio di Nursis, un priorato di un non meglio citato ordine.