L’area di Monte Ultana rappresenta sicuramente il giacimento archeologico più importante del territorio di Laerru ed uno dei principali dell’Anglona. Il sito principale è costituito da un insediamento pluristratificato ubicato su un rilievo tabulare calcareo. Sono presenti diverse Domus de janas, Tombe dei giganti e un tempio nuragico con la presenza di un protonuraghe.
Sul versante meridionale, ai piedi dell’altura, è presente una fonte nuragica coperta a tholos, che fu realizzata nel sito di un precedente insediamento dell’età del Rame, Il suo ingresso ogivale perfettamente integro, sepolto in parte nel suolo conduce all’interno una cupola in ottimo stato di conservazione. Al contrario la sua architettura esterna è di difficile lettura.
Con i suoi 254 metri di altezza sul livello del mare, monte Ultana potrebbe aver costituito la piattaforma ideale per la costruzione di postazioni di avvistamento. Si è anche ritenuto che sulla sua sommità sia stato eretto un castrum romano simile ai baluardi che sorsero a Osilo e Chiaramonti.
Di questa fortificazione, che deve avere beneficiato di un’invidiabile posizione strategica, non sono però rimaste tracce.
A registrarne la presenza fu nell’autunno del 1914 l’archeologo Antonio Taramelli, che, assistito da Edoardo Benetti, ispettore onorario della Soprintendenza, condusse nell’area un’importante campagna di scavi.
Taramelli ipotizzò l’appartenenza del sito ad un “tipo di insediamento nuragico che, pure non essendo insolito in altra parte dell’isola, qui appare applicato di sovente; il tipo cioè delle piccole acropoli fortificate”. Si dice che tra le diverse scoperte allora fatte vi fosse anche quella di diversi esemplari di crani dalle dimensioni straordinariamente grandi.
Il sito è stato popolato fino ad oltre l’epoca romana: sono infatti presenti due tombe scavate nella roccia di età alto-medievale.