Vai al contenuto principale

Anglona, terra di vino: dalle vigne di famiglia alle etichette premiate nel mondo



L’Anglona è da secoli una terra vocata alla viticoltura. Per lungo tempo la produzione vinicola è rimasta legata alle tradizioni familiari e al consumo locale, ma negli ultimi vent’anni nuove generazioni di viticoltori hanno creduto nel potenziale del territorio e hanno trasformato piccole vigne ereditate dai nonni in aziende moderne e apprezzate anche all’estero.

Un itinerario alla scoperta dei vini anglonese può partire da Martis, dove opera la Cantina Binzamanna di Sara Spanu e Walter Deledda. Dal 2001 l’azienda ha recuperato vitigni autoctoni e ampliato la produzione, dando vita a etichette dal forte legame identitario: Ares e Ligeja (Vermentino), Nuraghe Sas Molas e Rentiles (Cannonau), Carrucana (Cabernet e Cabernet Sauvignon), Sas Piras e Binzamanna (Cagnulari), vitigno oggi valorizzato anche in purezza.

A Laerru la Tenute Rossini nasce nel 2004 dal sogno di Gigi Rossini e della moglie Teodora. Dopo la prematura scomparsa di Gigi, i figli Massimo, Fausto e Rossella hanno portato avanti il progetto di famiglia con passione e cura artigianale. Tra i loro vini: Aria e Dora (Vermentino), Rolù (Cannonau), Bodale (Cannonau Riserva, vincitore di due ori al Grenache du Monde 2023), Uttiu (Syrah) e Nachinono (Cannonau, Cabernet Sauvignon e Syrah).

Una storia d’amore ha dato vita invece alla cantina Deperu-Holler a Perfugas, dove Carlo Deperu e Tatiana Holler hanno impiantato quattro ettari di vigna nel 2007 in località Lu Scupaggiu. I loro vini nascono da ricerca e rispetto per il territorio: Prama Dorada (uvaggi autoctoni), Oberaja (autoctono e Cabernet Sauvignon), Familia (Muristellu/Bovale Sardo), Fria (Vermentino al 100%) e Maria Tzufia, nato dall’incontro tra Moscato di Tempio e Vermentino.

A Sedini, con vigneti tra Bulzi e il suggestivo paesaggio delle chiese romaniche e delle domus de janas, lavora la famiglia Deaddis con la propria azienda nata nel 2000, la prima in Anglona a imbottigliare vini di produzione propria. Qui si coltivano varietà autoctone come Cannonau, Vermentino e Bovale Sardo, affiancate da vitigni internazionali. Tra le etichette di punta: Narami (Vermentino DOC), Padres (con Bovale), One Hundred (Bovale in purezza), Capo Sardo (Cannonau) e Ultana (taglio bordolese affinato in rovere francese).

«Il nostro territorio ha un grande potenziale vitivinicolo – afferma Giovanni Ligios, presidente dell’Unione dei Comuni dell’Anglona e Bassa Valle del Coghinas –. Nei prossimi anni assisteremo a una crescita di qualità. Sarebbe bello arrivare alla creazione di una Carta dei Vini dell’Anglona».

Fonte La nuova Sardegna, articolo di Mauro Tedde, Venerdì 14 Luglio 2023, pagina 22


Torna in alto